Ritardiamo il momento del podio
- 14 ago 2019
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La nostra ricerca in campo didattico conferma l'idea di sport e movimento in età scolare che abbiamo noi, basata sulla nostra esperienza sul campo sia come istruttori-formatori che docenti e..genitori!
I bambini nell' età dello sviluppo necessitano di movimento e non di agonismo. Essi non devo ricevere un'educazione sportiva e preparazione atletica settoriale limitata ma conoscere, spaziare tra tutti gli sport, a livello ludico, dove possono trovare spazio per esprimersi e per collaborare nel gruppo dei pari alla ricerca di strategie di gioco. Solo cosí sarà rispettato il bisogno del bambino. Bisogno che era anni fa soddisfatto dai giochi autonomi nei cortili e nei giardini, che ora sono solo ricordi per i più anziani.
Naturalmente il nostro lavoro educativo basato sul cammino é trasversale per tutti gli sport, perché allena alla corretta postura e bilateralità, fondamentale per ogni performance.
"L’età di avviamento dei bambini alla pratica sportiva trova ancora studiosi e ricercatori preoccupati non solo nel definirla, ma anche e soprattutto nel voler indicare i probabili rischi dell'”agonismo precoce”, senza tenere nel giusto conto i più sicuri danni del “sedentarismo precoce”. Il bambino libero di muoversi a suo piacimento fino all’età scolare, compatibilmente al luogo in cui vive ed alle possibilità familiari, di fatto si trasforma in un sedentario a tempo pieno, appena comincia a frequentare la scuola elementare. Per lunghe ore starà seduto nei banchi e come se questo non bastasse, continuerà a stare seduto anche a casa per fare i compiti, spesso in alternativa o in associazione ad almeno due ore in media di immobilità televisiva. Del resto il periodo che va dai 6 anni a 14 anni per entrambi i sessi, a seconda di come viene vissuto dal punto di vista motorio, può condizionare in larga parte il benessere e l’equilibrio psicofisico dall’adulto. Infatti, prima dei grandi sconvolgimenti sociali e delle modificazioni del tenore di vita e delle abitudini prodotti negli ultimi 50 anni dalla rivoluzione industriale, una civiltà povera e prevalentemente contadina imponeva un ritmo di vita in cui il “movimento” era ancora protagonista. Un simile capovolgimento di tendenza, di abitudini e di ritmi di comportamento ha generato una serie di limitazioni e di condizionamenti, sul piano fisico e psichico, direttamente proporzionali al grado di benessere sociale e, al contempo, di inattività motoria delle popolazioni che venivano interessate da quelle trasformazioni. Di converso, negli strati sociali dove il tenore di vita era meno sconvolto dal benessere economico e dal diffondersi delle macchine, era estremamente meno frequente il riscontro della “subhealt” cioè dello stato di “sottosalute”, come gli anglosassoni hanno indicato l’insieme dei quadri limite tra la normalità fisiologica e la patologia vera e propria, indotti e sostenuti dal sedentarismo dilagante." (Sport&medicina ).
L' articolo e' a supporto e convalida del nostro lavoro nell'ottica di prevenzione e salute attraverso il semplice ma ben strutturato cammino del progetto "Un miglio al giorno" e le altre nostre attività motorie scolastiche come l' orienteering, il nordic walking e il bungypump.
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